Come ho lasciato un contratto da medico in un ospedale pubblico per lavorare in sanità privata
Passare da un tempo indeterminato nel pubblico alla libera professione privata: un percorso di scelta consapevole
In questo blog affrontiamo un tema rilevante per molti medici specialisti i quali lavorando in differenti ruoli nel sistema pubblico, sentono di non trovarsi in un percorso sostenibile o sufficientemente gratificante, e quindi considerano di lasciare il proprio posto per passare all'esercizio della professione privata. Lo facciamo raccontando la storia della Dottoressa Mariella Corciulo, un medico specialista in medicina d'emergenza e urgenza che ha lasciato il proprio posto come medico dirigente nel pronto soccorso dell'Ospedale Niguarda di Milano per perseguire una carriera nel settore privato.
"La mia decisione di intraprendere la carriera medica è stata motivata da una profonda passione per la cura dei pazienti e il desiderio di contribuire al miglioramento della salute pubblica. Ho scelto di lavorare in un ospedale pubblico perché credevo fortemente nei valori di equità e accessibilità che questa istituzione rappresenta. All'inizio della mia carriera, apprezzavo moltissimo il senso di missione e il legame con la comunità che il lavoro in ospedale pubblico mi offriva. L'idea di poter fare la differenza nella vita di molte persone, indipendentemente dal loro status socioeconomico, era per me una motivazione potente. Con impegno e sacrificio ho raggiunto il contratto a tempo indeterminato che consentiva di raggiungere benefit non trascurabili come la copertura della maternità, delle ferie ed eventuale malattia.
Tuttavia, con il tempo, ho iniziato a notare alcune distorsioni e inefficienze nel sistema sanitario pubblico italiano. Elementi come la burocrazia opprimente, la mancanza di risorse adeguate, e un sistema spesso basato più sull'anzianità che sulla meritocrazia, hanno cominciato a farmi riflettere. Nonostante il mio impegno e dedizione, anche a discapito della vita privata, i turni stressanti e la grande presa di responsabilità, vedevo come il sistema non permettesse di valorizzare appieno le competenze, le capacità individuali e il riconoscimento economico. Questo, a lungo andare, ha iniziato a generare in me una profonda insoddisfazione.
La decisione di lasciare il mio ruolo nell'ospedale pubblico non è stata presa alla leggera. Ci sono voluti diversi mesi di riflessione e confronto, sia con colleghi che con mentori, per maturare questa scelta. Quando finalmente ho deciso di dimettermi, l'ho fatto con la certezza che stavo facendo la cosa giusta, non solo per me stessa, ma anche per i pazienti che volevo continuare a servire in modo efficiente e professionale.
Al momento delle dimissioni, avevo già elaborato un piano professionale alternativo, orientato a trovare lavoro come medico nella sanità privata. Questo piano vedeva un elemento fondamentale nella formazione, infatti prima di abbandonare definitivamente il lavoro in ospedale ho iniziato un master di II livello in Alimentazione e Dietetica, tematiche che assieme all’ecografia clinica e alla medicina interna e d’urgenza mi hanno sempre appassionata.
Ero consapevole che questo passaggio non sarebbe stato semplice, ma ero motivata dalla possibilità di lavorare in un contesto dove l'efficienza, la meritocrazia, e la qualità delle cure fossero priorità assolute. Ho intrapreso un percorso di ricollocamento professionale anche tramite l’utilizzo di piattaforme come Medhunter.it , che mi ha portato a esplorare diverse opportunità lavorative nel settore privato, con un focus su strutture che condividessero i miei stessi valori professionali.
Clicca qui per vedere le opportunità professionali per Medici su Medhunter.it
Le principali difficoltà incontrate in questo processo sono state legate al cambiamento di ambiente e alla necessità di adattarmi a un sistema diverso. Tuttavia, queste sfide sono state ampiamente compensate dalla crescita professionale che ho sperimentato. Ho avuto l'opportunità di lavorare in un contesti più dinamici, come Personal Doctor e il CDI (clicca i link per vedere le offerte di lavoro disponibili presso queste aziende) e studi medici professionali, dove le mie competenze sono state riconosciute e valorizzate, permettendomi di raggiungere traguardi che nella sanità pubblica sarebbero stati difficilmente ottenibili.
Il riconoscimento professionale ricevuto, assieme a una maggiore quantità di tempo a mia disposizione sia per l’ approfondimento e aggiornamento professionale oltre che a quello riservato alla sfera privata e familiare, mi hanno dato ulteriore conferma di aver fatto la scelta giusta.
Ai colleghi medici che vivono una situazione simile alla mia, il mio consiglio è di riflettere attentamente sui propri valori professionali e su cosa si desidera ottenere dalla propria carriera. Non bisogna aver paura di esplorare alternative, soprattutto se si percepisce che il sistema attuale non permette di esprimere al meglio le proprie capacità. L'importante è avere un piano ben strutturato, mantenere un alto livello di professionalità, e non perdere mai di vista l'obiettivo finale: fornire la migliore assistenza possibile ai pazienti."